La musica nel tempo. Una storia dei Beatles by Ferdinando Fasce

La musica nel tempo. Una storia dei Beatles by Ferdinando Fasce

autore:Ferdinando Fasce [Fasce, Ferdinando]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858428603
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Anime di gomma.

Al rientro dal tour americano i Beatles si prendono una vacanza di quasi sei settimane, la piú lunga da oltre tre anni. Soprattutto per Lennon e McCartney è però una vacanza per modo di dire. La Emi li tiene sotto pressione ricordando la necessità di accelerare la composizione di nuovi pezzi per il sesto Lp, previsto tassativamente in uscita a inizio dicembre, in modo da onorare la ferrea legge degli acquisti natalizi. Per favorire il riavvio del processo creativo Epstein ha fatto il vuoto d’impegni sull’agenda, probabilmente convinto anche lui a questo punto che ci sia del vero in quello che i suoi assistiti gli dicono da qualche tempo. Cioè, che rischiano una sovraesposizione, che le stroncature del film Help! o del secondo libretto di filastrocche e parodie di Lennon, A Spaniard in His Works, apparso a fine giugno senza scatenare gli entusiasmi del precedente, sono dovute a un effetto di «saturazione»; che insomma, per dirla con George, «ci serve meno visibilità, non di piú»43.

Per loro fortuna, come l’anno prima con Dylan, anche stavolta la baraonda degli impegni americani non ha impedito un paio di incontri con musicisti, incontri che per motivi opposti hanno lasciato tracce di rilievo sul taccuino del gruppo. Uno ha chiarito che cosa i Beatles non vogliono diventare. Nell’altro sono affiorate inflessioni e consonanze riconducibili ancora una volta all’alveo dylaniano nel quale la band sembra sempre piú portata a riconoscersi, cercandovi stimoli creativi da sviluppare. Gli incontri si sono svolti entrambi durante la pausa di Los Angeles. Il primo, sulla carta era nato in realtà come realizzazione di un vecchio sogno dei Beatles, messi finalmente faccia a faccia col loro idolo di gioventú Elvis Presley, reduce dal set del musicarello Blue Hawaii. Peccato che, nonostante le entusiastiche dichiarazioni ufficiali, l’appuntamento col mito si sia rivelato, dicono i nostri in privato, un mezzo disastro, tra profondi imbarazzi e infelici battute reciproche. Un cupo senso di disappunto si è impadronito del gruppo e in particolare di Lennon di fronte a una figura molto lontana da quella idolatrata come un pioniere musicale un decennio prima. Al suo posto hanno trovato un cantante, e forse prima di tutto a questo stadio del suo percorso professionale un modesto attore di cinema di serie B, chiuso nel buio del proprio clan e delle sue idiosincrasie44.

Ben diverso l’altro incontro. Protagonisti, The Byrds, gruppo californiano indicato dalla rivista musicale americana «Billboard» come una delle rivelazioni della primavera-estate 1965, punta di diamante della controffensiva statunitense contro l’«invasione britannica». Li guidano David Crosby e Roger McGuinn, due giovani alternativi di estrazione folk folgorati, come tanti, da A Hard. Si sono affermati con una versione elettrica, visibilmente accorciata e intessuta di cori che echeggiano volutamente quelli beatlesiani (e dei conterranei Beach Boys), di Mr. Tambourine Man, un lungo, lacerante pezzo acustico di Dylan. Nella loro solare interpretazione svetta l’attacco con una dodici corde Rickenbacker, la medesima impiegata da Harrison per il brano-chiave della colonna sonora del primo film beatlesiano. Per lanciare i Byrds la Cbs



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